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La Parola di Vita


luglio 1997

«Figlia, la tua fede ti ha salvata»
(Mc 5, 34).


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Tra la folla che seguiva Gesù e gli si stringeva intorno, c'era una donna che soffriva di emorragia. Toccò il suo mantello per essere guarita. Gesù si accorse di questo e domandò chi lo avesse toccato. Allora la donna impaurita e tremante gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose:


«Figlia, la tua fede ti ha salvata»

In questo, come in genere nei molti racconti delle guarigioni, si può osservare come Gesù, per compiere un miracolo, esige la fede.
Si potrebbe pensare, infatti, che Gesù faccia i miracoli per suscitare la fede nella gente; dalle sue porale si capisce, invece, come egli richieda la fede proprio per operare il miracolo.


«Figlia, la tua fede ti ha salvata»

Gesù vuole la fede, che non è una specie di potere magico, né una preparazione psicologica per predisporsi alla guarigione. Gesù, infatti, premia qualche volta la fede non del malato ma di altri, quella del centurione, per esempio, che l'aveva pregato per il suo servo ammalato (cf Mt 8, 10).
Gesù vuole la fede: la fede in lui che tutto può.


«Figlia, la tua fede ti ha salvata»

Nella fede, l'uomo mostra chiaramente di non contare su se stesso ma di affidarsi a Chi è più forte di lui. E così, non facendo calcolo sulle proprie forze, si rivolge a Dio dal quale egli attende ogni cosa. E gli consente con ciò di operare.
Un esempio di questa fede è quella, appunto, del centurione, che riconosce la sua indegnità e la sua impotenza, ma esprime nello stesso tempo la sua totale fiducia in Dio: "Signore, non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito" (Mt 8, 8).
Insomma, la fede è indispensabile alla guarigione perché Dio è rispettoso dell'uomo, della sua libertà, e non agisce se l'uomo non lo desidera.


«Figlia, la tua fede ti ha salvata»

Sappiamo come nei tempi moderni la rinuncia ad affermare la propria autonomia e l'aprirsi alla potenza di Dio siano visti piuttosto come un'umiliazione o un'alienazione.
Il fatto è, invece, che comportandosi così ci si chiude in noi stessi e si finisce con l'urtare contro i nostri limiti.
Chi invece si apre a Dio, accoglie in sé Qualcuno più grande di sé che può aiutarlo veramente a realizzarsi e renderlo felice.


«Figlia, la tua fede ti ha salvata»

Ma questa fede che nasce nel cuore, premessa necessaria perché Dio operi, non è che il primo passo verso ciò che egli vuole dall'uomo.
La fiducia che hanno in cuore coloro che chiedono la grazia, è destinata infatti a diventare un profondo rapporto, una comunione piena con Dio. Gesù chiama la donna guarita: "Figlia", per manifestare quello che che veramente desidera darle: non solo un donoper i suo corpo, ma la vita divina che la può rinnovare internamente. Gesù, infatti, opera i miracoli perché venga accolta la salvezza che egli porta, il perdono, quel dono del Padre che è egli stesso e che comunicandosi all'uomo lo trasforma.


«Figlia, la tua fede ti ha salvata»

Come vivere, allora, questa Parola?
Manifestando a Dio nelle gravi necessità tutta la nostra fiducia. Questo atteggiamento non ci scarica certo delle nostre responsabilità, non ci dispensa dal far tutta la nostra parte. Noi, infatti, dobbiamo attendere un particolare intervento di Dio quando abbiamo raggiunto il limite delle nostre possibilità.
Non solo: ma la nostra fede può essere messa alla prova. Lo vediamo proprio in questa donna sofferente, che sa superare l'ostacolo della folla che si frappone tra lei e il Maestro. Lo vediamo nel cieco di Gerico, che non teme d'infastidire la gente con le sue grida (cf Mc 10, 47-52), e nel lebbroso che osa avvicinarsi a Gesù superando il timore di infrangere i divieti religiosi (cf Mc 1, 40).
Dobbiamo avere fede, dunque, ma quella fede che non dubita di fronte alla prova.
E, ancora, dobbiamo mostrare a Gesù che abbiamo compreso l'immenso dono che egli ci ha portato, il dono della vita divina. Ed essergli grati. E corrispondervi.
Se così ci comporteremo, potremo anche noi chiedergli molte grazie per la vita terrena, e sentirci ripetere:

«Figlia, la tua fede ti ha salvata»


Chiara Lubich



Il presente commento ad un brano tratto dalla liturgia del mese e proposto per informare la vita quotidiana viene tradotto in 84 lingue e idiomi, e raggiunge oltre 14 milioni di persone in tutto il mondo, attraverso stampa, radio, televisione ed internet.

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