GIOVANI PER UN MONDO UNITO

La Parola di Vita


febbraio 1996

«Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori,
perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere
il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere
sopra i giusti e sopra gli ingiusti» (Mt 5, 44-45).


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«Amate i vostri nemici». Questo si che è forte! Questo si che capovolge il nostro modo di pensare e fa dare a tutti una sterzata al timone della propria vita!
Perché, non nascondiamocelo qualche nemico... nemichino, nemicone lo abbiamo tutti.
È li dietro la porta dell'appartamento accanto, in quella signora così, antipatica e intrigante, che cerco di sfuggire ogni volta che sta per entrare con me nell'ascensore. È in quel mio parente che trent'anni fa ha recato un torto a mio padre, per cui gli ho tolto il saluto.
Siede dietro il tuo banco di scuola e mai, mai l'hai guardato in faccia, da quando t'ha accusato al professore. È quella ragazza che ti era amica e poi ti ha piantato in asso per andar con un altro. È quel commerciante che t'ha imbrogliato.
Sono quei tali che in politica non la pensano come noi per cui li dichiariamo nostri nemici.
E c'è chi, vedendo nemico lo Stato, pratica la violenza verso persone che lo possono rappresentare.
Come c'è chi vede ostili i sacerdoti e la Chiesa.
Ebbene tutti questi e un'infinità d'altri che chiamiamo nemici, vanno amati.
Vanno amati?
Si, vanno amati! E non credere che ce la possiamo cavare semplicemente mutando il sentimento d'odio in un altro più benevolo.
C'è di più.
Senti Gesù cosa dice:

«Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti»

Vedi? Gesù vuole un amore tradotto in preghiere e in gesti concreti.
In un altro passo Egli dice anche «Fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano» (Lc 6,27-28).
Egli ci spiega il perchè di questo suo comando, additandoci come esempio l'amore di Dio, suo Padre e invitandoci a fare come Lui, e modellare la nostra condotta sulla sua.
Questo è. Non siamo soli al mondo: abbiamo un Padre e gli dobbiamo assomigliare. Non solo, ma Dio ha diritto a questo nostro comportamento perché, mentre noi gli eravamo nemici, eravamo ancora nel male, Lui ci ha amato per primo (Cf 1 Gv 4,19), mandandoci suo Figlio, che morì, in quella terribile maniera per ciascuno di noi.

«Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti»

Questa lezione l'aveva imparata a Washington il piccolo Jerry, il bambino di colore, che, per il quoziente alto di intelligenza, era stato ammesso ad una classe speciale con tutti ragazzi bianchi. Ma l'intelligenza non gli era bastata per far capire ai compagni che era uguale a loro. La sua pelle nera gli aveva attirato l'odio generale, tanto che il giorno di Natale tutti i ragazzi si fecero reciproci doni. ignorando Jerry. Il fanciullo ne pianse; si capisce! Ma arrivato a casa pensò a Gesù: Amate i vostri nemici» e d'accordo con la mamma, comprò doni che distribuì, con amore a tutti i suoi «fratelli bianchi».

«Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti»

Che dolore quel giorno per Elisabetta, la ragazzina cattolica di Firenze, quando salendo i gradini per andare alla Messa si sentì deridere da un gruppo di coetanei! Pur volendo reagire, sorrise, ed entrata in chiesa pregò tanto per loro.
All'uscita la fermarono e le chiesero il motivo del suo comportamento che spiegò con il fatto d'essere cristiana: doveva quindi amare sempre. Lo disse con una convinzione infuocata.
La sua testimonianza fu premiata: la domenica seguente vide tutti quei giovani in chiesa, attentissimi, in prima fila.
Così, i ragazzi prendono la Parola di Dio. Per questo sono grandi davanti a Lui.
Forse conviene che anche noi sistemiamo qualche situazione, tanto più che saremo giudicati da come giudichiamo gli altri. Siamo noi infatti a dare in mano a Dio la misura con la quale Egli deve misurarci. Non gli chiediamo forse: «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori»? Dunque amiamo il nemico! Solo agendo così,, si possono aggiustare disunità, abbattere barriere e costruire la comunità.
È grave? È penoso? Non ci lascia dormire al solo pensarlo? Coraggio. Non è la fine del mondo: un piccolo sforzo da parte nostra, poi il 99 per cento lo fa Dio e... nel nostro cuore un fiume di gioia.

Chiara Lubich

Il presente commento ad un brano tratto dalla liturgia del mese è proposto per informare la vita quotidiana viene tradotto in 84 lingue e idiomi, e raggiunge oltre 14 milioni di persone in tutto il mondo, attraverso stampa, radio e televisione.

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