incontri ravvicinati
Home Page


cinema 1997

2. 1997 nel segno di Kiarostami

di Valentino Faticanti


"Il futuro è un territorio del passato"
(Walter J. Ong)

Schegge, incrostazioni di futuro. Non si riesce a trovare una definizione migliore per il cinema di Kiarostami,soprattutto dopo il suo ultimissimo film, quel SAPORE DELLA CILIEGIA che è già stato mirabilmente definito così classico da sembrare, per l'appunto, un oggetto del futuro.La parola "classico" apre da sola un orizzonte troppo vasto per un semplice ( ?) articolo, ma certo può bastare per introdurre queste considerazioni di fine anno, un anno che si chiude con le avvisaglie del TITANIC (davvero preannunciantesi come opera DEFINITIVA, e non solo per il regista J. Cameron ), ma che certamente si pone sotto il segno di Kiarostami ( e di Clint Eastwood, "così lontano-così vicino" dal fare cinema dell' iraniano, e al quale diventa sempre pił irrinunciabile dedicare uno speciale..), forse l'unico cineasta contemporaneo che può meritarsi l'appellativo di MAESTRO, non fosse altro che per il suo regalarci, ad ogmi nuova creazione, quella fortissima (quasi drammatica) sensazione di REINVENTARE il cinema (Kubrick, De Oliveira...).
Impossibile, allora, non riconoscere in questa ESPLORAZIONE DELLA SOFFERENZA un autentico carattere di NECESSITÀ, intesa come mirabile mistura di capacità artistica e qualità morale : ci tornano alla mente le recenti riflessioni che la nostra rivista ha dedicato al tema delle immagini INDISPENSABILI, ed ecco che appare evidente come ogni singolo fotogramma dell'ultima opera di Kiarostami abbia davvero in sé, nella sua razionalità, l'impronta della ESSENZIALITÀ, così forte da farci riconoscere quasi a livello FISICO l'estremo bisogno ( che pure era in noi) di vedere QUELLE immagini. Reinventare il cinema, si diceva, e di conseguenza la reinvenzione implica sempre un fortissimo senso di SFIDA, addirittura amplificato dal fatto che Kiarostami cala questo suo racconto allegorico-educativo nei territori del ROAD MOVIE (ampiamente battuti in tanti anni di cinema):



sembrano frammenti di un documentario sulla quotidianetà dell' Iran, ma in realtà il protagonista si muove pensosamente ai limiti estremi dell' esistenza, e la cava di sabbia dove si svolge il suo girovagare senza fine (VERSO la fine) assomiglia tantissimo ad una specie di limbo infinito, dove gli spiriti inqueti vagano senza pace tra la vita e la morte.

film

Quella dell' autore è una serena meditazione tramite la quale viene elargita una grande sapienza attraverso toni il più possibile sommessi, e dove la naturalezza si raggiunge TOGLIENDO, invece di aggiungere : per assaporare la ciliegia bisogna coglierla, così come è un atto che dà il significato alla vita ( o al rifiuto di essa ) - ma la libertà di scelta (ovvero la SCELTA COME LIBERTÀ) rimane un quesito senza risposta : il QUASI FERMO-IMMAGINE che chiude ( ?) il film non cerca la riconciliazione, terribile nel suo essere SOSPESO NEL TEMPO, quasi a racchiudere tutto il cinema di Kiarostami (TUTTO il cinema ?), così potentemente STRAUBIANO nella negazione dello spettacolo, soprattutto così sublimemente AMBIGUO, di quell' ambiguità che al cinema è raddoppiata, se è vero che il cinema è (come già è stato detto) L'IMMAGINE DI UNA IMMAGINE.




info@baldas.it (prime) visioni
posto unico
incontri ravvicinati
amori in corso
covers
credits
home


5 febbraio 1998
© Copyright 1996-1998, by Baldas & Baldas DIVISION. All rights reserved.
Comments to webmaster.