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marco bellocchio

5. bibliografia

di Luca Bandirali


Titolo:IL PRINCIPE DI HOMBURG
Curatore del volume: Giovanni Spagnoletti
Editore: Baldini&Castoldi
Anno: 1997

Il volume in questione, edito da Baldini&Castoldi, propone la sceneggiatura del film di Bellocchio, affiancata da una serie di contributi di grande interesse.
La lettura del testo mette in luce alcune delle qualità di questa felice trasposizione cinematografica: mi riferisco alle qualità della parola, mai così limpida, a comporre un linguaggio piano, leggero ed essenziale che rifiuta l'enfasi, la pesantezza.
Nella stesura Bellocchio si è affidato ad una serie di traduzioni già esistenti del dramma di Kleist; l'"Homburg" originale è però in versi, mentre questa versione è in prosa: quest'operazione, condotta non con il rigore filologico del vecchio accademico ma con il piglio incosciente del film-maker, produce dei risultati di assoluto valore, per cui l'"Homburg" di Bellocchio vive di vita propria, autonoma.
Il testo qui presentato è poi arricchito dalle note di Giovanni Spagnoletti, curatore preciso e meticoloso che permette al lettore di ricostruire con facilità le sequenze del capolavoro di Bellocchio.
La sceneggiatura del film è preceduta da un'interessante intervento di Tullio Kezich, che ripercorre la tormentata vicenda dell'opera di Kleist: possiamo così avvicinarci alle complesse implicazioni di questo imponente cult-drama, dalle rappresentazioni propagandistiche del Terzo Reich ("Homburg in quegli anni viene utilizzato come un bandierone con la svastica da piantare sui territori invasi per affermare l'avvento della supremazia tedesca"), ai frequenti allestimenti degli ultimi anni. Apprendiamo così che a vestire i panni del Principe sono stati, fra gli altri, Bruno Ganz, Oskar Werner e Gabriele Lavia.
Nella terza sezione del libro Marco Bellocchio risponde alle domande del prof. Spagnoletti, e ciò contribuisce non poco a far luce sul meccanismo della messa in scena: la conversazione tocca tutte le fasi della realizzazione dell'opera, dal problema dell'interpretazione e della resa del testo teatrale, alla questione squisitamente cinematografica dell'uso del piano-sequenza.



A completare il volume troviamo un profilo esaustivo di Kleist al cinema: vi figurano titoli noti come "La marchesa von..." di Rohmer e "La spietata legge del ribelle" di Schlondorff, e meno noti come "San Domingo", un Kleist rock'n'roll firmato Syberberg.


Titolo: IL CINEMA DI MARCO BELLOCCHIO
Autore: Laura Bertuzzi
Editore: Edizioni Pontegobbo
Anno: 1996

Questo volume monografico sull'opera di Marco Bellocchio si presenta come un agile ed intelligente compendio, arricchito da una buona scelta di brani di storyboards di film come Diavolo in corpo e La condanna.
Il lavoro di Laura Bertuzzi, autrice esordiente, si compone di tre parti principali: una sezione storica, con un profilo biografico del regista ed una breve ricostruzione delle vicende del cinema italiano dal dopoguerra a oggi; due sezioni di approfondimento in cui si analizzano alcuni episodi della cinematografia bellocchiana.
L'approccio della Bertuzzi al cinema di Bellocchio produce un'analisi sostanzialmente corretta, orientata alla divulgazione, supportata dal ricorso frequente all'intervista, alla citazione. Quindi non si tratta propriamente di un lavoro di critica cinematografica, nel senso che l'autrice è più propensa ad offrire al lettore un certo numero di informazioni codificate (comunque interessanti) piuttosto che tentare la strada impervia dell'intuizione originale.
Rappresenta comunque un testo di riferimento, ottimo per la consultazione nonché per un primo contatto con questo grande maestro del cinema italiano.




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11 dicembre 1997
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