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Incubo finale

di Luca Bandirali


"SO che è solo rock'n'roll" cantava il diabolico Mick Jagger, aggiungendo subito "…ma mi piace". Una formula universale, di accordi elementari e simpatie per il diavolo, che è pure alla base del cinema horror, da un paio di stagioni in qua nel pieno dell'ennesima giovinezza. I due "Scream" di Wes Craven e Kevin Williamson hanno gettato le fondamenta di un sottogenere, il meta-horror, che è una miscela di colpi di scena e cose rigorosamente già viste, esibite con complice strizzatina d'occhio allo spettatore. "Incubo finale" (titolo italiano al solito infelicissimo che traduce il tormentone "I still know what you did last summer") raschia il fondo del barile riportando in vita Ben Willis, il killer con l'uncino di "So cosa hai fatto". Julie (Jennifer Love Hewitt), la brava ragazza del primo film, è ancora tormentata dai sensi di colpa per la morte degli amici e da incubi di morte in cui rivede l'assassino al lavoro; lo vediamo nel prologo del film, un sogno breve con la funzione di trailer autoconclusivo che introduce i caratteri principali senza cominciare veramente il racconto (succedeva una cosa simile nel quarto "Arma letale").

L'impostazione formale è simile in tutto al primo episodio: la visione allargata del panoramico, la fotografia dai contrasti marcati, la propensione al suspence, o al limite al gesto violento, piuttosto che al raccapriccio splatter. Il cambio di regia (da Gillespie a Cannon) si legge in una cura minore del dettaglio, e in una mobilità spesso immotivata della macchina da presa (tra l'altro nelle prime battute del film s'incappa nel più classico degli errori di ripresa, lo scavalcamento di campo durante un'azione dinamica lineare).






I riferimenti al primo episodio non si limitano alla diegesi ma interessano il fraseggio delle inquadrature, come è evidente nella sequenza notturna con i quattro ragazzi in fuga dal pericoloso omicida: i piani si compongono e si accostano secondo uno schema ritmico ordinato dal numero degli attori nel quadro, così com'era risolto un frangente analogo in "So cosa hai fatto". L'ironia, irrinunciabile elemento di genere, incide poco sul tono generale (ci si diverte giusto quando Julie canta col karaoke "I will survive", cioè "sopravviverò"). I personaggi minori sono mal costruiti, e l'impressione è che, al di là delle pecche di regia, il film patisca un evidente difetto di scrittura; la sceneggiatura poggia sulle metonimie più scoperte e convenzionali, e fa rimpiangere il lavoro dell'abile cesellatore Williamson, autore del primo film. Mentre si attende il terzo, conclusivo "Scream", chiudiamo allora i conti con questa mini-saga dell'uncino: non lascia, in fondo, che l'eco di una musica per teen-ager, semplice eppure accattivante.


Incubo finale
di : Danny Cannon
USA 1998


Produzione: Columbia pictures
Scritto da: Trey Callaway
Interpreti: Jennifer Love Hewitt, Julie James, Freddie Prinze Jr., Ray Bronson.
Musica: John Frizzell
Durata: 100 min.


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22 maggio 1999

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