(prime) visioni
Home Page


Tutti pazzi per Mary
stellastella
di Luca Bandirali


Il cinema recente c'insegna che il film di culto non ha più bisogno della lunga trafila di anni e di ripetute visioni per imporsi come tale; prendete "Tutti pazzi per Mary", parodia ferocissima dello stile di vita californiano realizzata dagli autori di "Scemo e + scemo": arriva dagli USA con tutte le credenziali del cult, dalla risposta fanatica del pubblico agli applausi divertiti dei critici più smaliziati. "Ci sono cinque momenti di riso irrefrenabile" scrive il serissimo Ebert sul Chicago Sun Times.



In realtà sono molti di più, ma ciò che colpisce è il cinismo beffardo degli autori, ben spalleggiati da un gruppo di attori che si prestano volentieri ad interpretazioni assolutamente sopra le righe. Matt Dillon, il simbolo delle migliori stagioni del cinema americano recente (quella dei Coppola prima e dei Van Sant-McNaughton poi), si cala nei panni di un detective privato di bassa lega sciorinando un'interminabile serie di rudezze; Cameron Diaz è insolitamente capace nel rendere l'immacolata ingenuità, la santa disposizione d'animo di Mary, un'eroina del nostro tempo che ha un sorriso per tutti. Il lungo prologo del film vale già l'intera visione: costruito come un'overture, ha il compito narrativo di suggerire l'antefatto, e il più sostanzioso compito visuale di anticipare il mood dei Farrelly brothers, di introdurre i temi cinematografici che troveranno un compiuto sviluppo nel prosieguo della vicenda (la sottolineatura dell'antiestetico, il kitsch, la parodia iperrealista); in quest'overture un ragazzo non certo avvenente (Ben Stiller) viene invitato al ballo del college dalla ragazza più bella della scuola (Diaz), ma il sogno d'amore si spegne per colpa d'una cerniera lampo. Su quest'esile trama da commedia giovanile i registi innestano una serie di gag dalla crudeltà fulminante, talune di grana grossa, altre meno immediate, anzi quasi


dissimulate nell'apparato (praticamente esibito) di una messa in scena accuratissima. Il sarcasmo dei Farrelly investe frontalmente un sistema di vita, l'aggredisce con lo sberleffo alla Monthy Python (lo psicanalista che sgattaiola in cucina mentre il paziente parla) o con la semplice caricatura (si veda lo spassoso personaggio della coinquilina di Mary). Naturalmente l'energia del film non si esaurisce in sprazzi isolati, ma scorre nelle trovate più laterali, come il tormentone dei musicisti che eseguono la canzone di Mary da ogni angolo di strada (inspiegabilmente doppiati nella versione italiana) o in quello delle eruzioni cutanee dell'amico di Stiller. C'è poi, nell'ironia degli autori, un fondo genuinamente intransigente, che si esprime nel rifiuto di porre un limite alla beffa; i Farrelly, come Franti nel libro "Cuore", riderebbero anche ai funerali del Re: dunque, accanto alla presa in giro delle mostre d'arte, dei costumi sessuali, dell'amicizia virile e femminile, trova posto uno humour oltraggioso, offensivo, politicamente scorretto che, ben lungi dall'infierire sulle condizioni di vita dei più sfortunati, schiaffeggia il moralismo ipocrita di una società che da ben 500 anni non fa che scandalizzarsi.



TUTTI PAZZI PER MARY
di Peter & Bobby Farrelly
USA 1998


Produzione: 20th CENTURY FOX
Scritto da: Ed Decter & John J. Strauss and Peter Farrelly & Bobby Farrelly
Interpreti: Cameron Diaz, Matt Dillon, Ben Stiller
Musica: Jonathan Richman
Durata: 119 min.


info@baldas.it (prime) visioni
posto unico
incontri ravvicinati
amori in corso
covers
credits
home


29 ottobre 1998

© Copyright 1996-1998, by Baldas & Baldas DIVISION. All rights reserved.
Comments to webmaster.