(prime) visioni
Home Page


Armageddon
stella
di Luca Bandirali

locandina del film


Il solo merito che si possa riconoscere ad un tycoon spregiudicato come Jerry Bruckheimer (il produttore di "Con Air") è quello di conoscere bene il mestiere del casting, dunque di possedere la capacità di reclutare gli attori, cercando di ottenere il giusto equilibrio fra il gradimento del pubblico, le esigenze del copione, le preferenze del regista. ­Armageddon", abbuffata rumoristica di fine secolo, contiene una splendida galleria di facce da cinema, da Bruce Willis a Ben Affleck, da Steve Buscemi a Liv Tyler, e non è una cosa da poco. A dirigerli sul set c'è il più amato dei nuovi registi-cyborg, il Michael Bay di "The Rock", ipertecnologica fuga da Alcatraz. Abbiamo più volte rilevato come proprio l'esibizione dell'oggetto tecnologico costituisca la cifra stilistica evidente del cinema commerciale americano da qualche anno a questa parte (ricordate "Rivelazioni" con la coppia Douglas-Moore ?), insieme alla progressiva tendenza a costituire un macrogenere onnicomprensivo: queste sono pure le caratteristiche salienti di "Armageddon", opera anticinematografica come poche, in cui è dominante la pervasiva traccia audio. Tolto l'impressionante impatto del muro sonoro, il film di Michael Bay non è altro che un frastornante e poco ordinato montaggio di immagini superflue, tutte equivalenti a livello di senso, come cellule elementari di un prodotto di assemblaggio senza principio né fine. Inutile soffermarsi sul fatto narrativo: "Armageddon" attinge al filone catastrofico, coi suoi eroi, i suoi riscatti, i suoi amori. Ma se Willis è un eroe accettabile (anche se qui stranamente statico), è deludente invece il motivo sentimentale, tutto giocato sul rapporto padre-figlia-partner: la coppia Tyler-Affleck seppure potenzialmente superiore al sudaticcio e malsano (però miliardario) connubio Di Caprio-Winslet, non ha una buona riuscita.


Per quanto concerne l'aspetto cinematografico, "Armageddon" è un fallimento completo, clamoroso e preoccupante: non raggiunge mai un grado di tensione sufficiente, non coinvolge, affastella immagini stilizzate costruendo a ciclo continuo figure retoricissime. Gli scenari realizzati al computer (vedi il paesaggio del temibile asteroide che sta per sfracellarsi sulla Terra) sono di un'omogeneità assolutamente innaturale, e rappresentano un passo indietro nella storia degli effetti speciali. Michael Bay tenta disperatamente di mascherare tutto questo con la consueta confezione post-moderna fatta di montaggio serratissimo, di modi di ripresa artificiosi, di primi piani a raffica.

tratta dal film

"La regia di Michael Bay si è perfettamente conformata all'esigenza di fornire al pubblico quante più immagini possibili" scriveva Giuseppe Ascione a proposito di "The Rock". Dunque "Armageddon" è in fondo un film di generosa, strabocchevole offerta; ma ha senz'altro ragione Roger Ebert, che scrive sul Chicago Sun Times : "Prendete 30 secondi a caso dal film Armageddon: avrete un ottimo spot televisivo".


ARMAGEDDON
di Michael Bay
USA 1998


Produzione e Distribuzione: BUENA VISTA
GAUMONT (FR)
TOUCHSTONE PICTURES
Prodotto da: Jerry Bruckheimer
Interpreti: Bruce Willis, Liv Tyler, Ben Affeck
Musica: Trevor Rabin
Durata: 114 min.


info@baldas.it (prime) visioni
posto unico
incontri ravvicinati
amori in corso
covers
credits
home


7 settembre 1998

© Copyright 1996-1998, by Baldas & Baldas DIVISION. All rights reserved.
Comments to webmaster.