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The truman show
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di Laura Parigi


La vita di Truman Burbank, trent'anni, assicuratore, è praticamente perfetta. Truman (Jim Carrey) vive sull'isola Seahaven, una piccola e ridente "città del sole"; clima mite, aria pulita, strade sicure, niente traffico, niente stress. E nella pacifica Seahaven tutti adorano Truman; sua moglie Meryl (Laura Linney) , graziosa infermiera bionda che coltiva una bizzarra passione per utensili da cucina, il suo migliore amico Marlon (Noah Emmerich), confidente leale, gli amabili vicini di casa che Truman saluta modo ogni giorno, sulla soglia della sua villetta monofamiliare con la stessa rituale formula. La sua vita è praticamente perfetta, eppure, una mattina, Truman si sveglia in preda ad una insolita inquietudine e nelle sue giornate, monotone e ordinate le strade di Seahaven, si insinua una lieve paranoia. Truman Burbank ha la sensazione di essere spiato. Ha la sensazione che ogni più piccolo movimento, ogni singolo secondo della sua esistenza sia controllato da uno sguardo onnipresente. E, sentendosi intrappolato nella sua routine, coltiva un timido e banale sogno di fuga: mollare tutto e andarsene alle Figi. Ma Truman Burbank non può neanche immaginare quanto le sue piccole paranoie lo abbiano portato vicino alla verità. Perchè l'insignificante assicuratore ha migliaia di valide ragioni per sentirsi osservato, migliaia come le telecamere disseminate per Seahaven che lo seguono passo dopo passo in ogni istante della sua giornata. Truman è l'inconsapevole protagonista di una delirante soap opera, in onda 24 ore su 24 su un canale televisivo che trasmette la sua vita in diretta, senza interruzioni. Dal primo vagito fino ai trent'anni le sue vicende hanno tenuto incollati al televisore letteralmente miliardi di spettatori, in ogni parte del mondo, con ascolti che hanno sforano ogni record storico televisivo. "Non sarà sempre eccitante, ma questa è vita reale". Parola di Christof (Ed Harris) , il regista che ha inventato lo show e che continua a dirigere la vita di Truman dalla luna, segregato in una gigantesca cabina di regia. Eppure il mondo di Truman Burbank è tutt'altro che reale: Seahaven, l'isola dove vive, è solo uno sterminato set cinematografico, la sua villetta con giardino niente di piè che un arredo della scenografia, gli amici, i genitori, la moglie e perfino gli amabili vicini di casa sono attori e comparse ingaggiate per la soap opera. Tutti gli eventi, gli incontri, le abitudini, i ricordi, sono stati condizionati e manipolati per tenere in vita la il Truman Show. Malgrado, nel frattempo, sia nato un Truman Liberation Front che si batte per liberare la vittima dell'aberrante esperimento di Christof, ostaggio della compagnia che produce lo show e involontario sponsor per la pubblicità occulta disseminata in ogni angolo di Seahaven. Ma l'unica ad aprire una breccia nelle false certezze di Truman, e nel suo cuore, è Sylvia\Lauren (Nathasha McElhone), un'attivista che riesce a farsi ingaggiare come comparsa.



Uscito la scorsa primavera sugli schermi americani, The Truman Show si è guadagnato il primato di "film d'autore più costoso della storia del cinema";


60 milioni per una commedia agrodolce, un piccolo "racconto filosofico" che ha sfidato le catastrofi annunciate di Deep Impact e Armageddon. 60 milioni per metà recuperati soltanto nella prima settimana di programmazione; i minacciosi mostri di fine millennio hanno dovuto soccombere di fronte alla "piccola apocalisse" di Truman Burbank, borghese piccolo piccolo alle prese con la fine del "suo" mondo. Jim Carrey getta la "maschera" per vestire i panni del middle class man americano, ingenuo e credulone, ma più che a Forrest Gump, il suo Truman paga il tributo al diretto antenato, il John Doe "inventato" da Frank Capra per la faccia Gary Cooper, lasciando scoprire un attore dietro il "fenomeno" comico degli ultimi anni. Intorno a lui un mondo troppo perfetto e vagamente iperreale, quel tanto che basta per suscitare più di un ragionevole dubbio. Ed gruppo di attori con l'amletico compito di "sembrare o non sembrare" attori di soap opera. Tutti, ad eccezione Christof, regista di Truman Show, interpretato da Ed Harris, in preda ad una sobrio quanto sconfinato delirio di onnipotenza. Diretto dall'australiano Peter Weir (Pic nic ad Hangin rock , L'attimo fuggente), il film è stato scritto da Andrew Niccol (Gattaca) sceneggiatore con un talento naturale per gli scenari del prossimo futuro; mondi possibili, più inquietanti che minacciosi. The Truman Show è una satira intelligente sullo strapotere dei media nell'era della Tv verità e su una società che diventa sempre più miope quando si tratta di distiguere il sottile filo che separa finzione e realtà. Una satira in punta di piedi che nasconde, dietro l'umorismo leggero, uno dei film più "difficili" degli ultimi anni. Perché The Truman Show è anche qualcosa di più di un film sui mass-media; è una piccola odissea tra dubbi antichi quanto la storia dell'umanità, raccontata con misura e saggezza da Peter Weir, che ritorna in "stato di grazia" dopo Green Card e lo sfortunato Fearless. E Hollywood scopre la "commedia filosofica" di fine millennio.

THE TRUMAN SHOW
di Peter Weir
USA 1998


Produzione: PARAMOUNT PICTURES
Scritto da: Andrew Niccol
Interpreti: Jim Carrey, Laura Linney, Natascha McElhone, Ed Harris
Musica: Burkhart von Dallwitz, Philip Glass
Durata: 102 min.


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31 agosto 1998

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