(prime) visioni
Home Page


Codice mercury
stellastella
di Luca Bandirali


Nelle ultime settimane le sale italiane sono invase da una quantità davvero inconsueta di film d'azione americani (a onor del vero mediamente brutti), quasi che le case di produzione scaricassero nel circuito della distribuzione le rimanenze di una stagione che si ricorderà soprattutto per l'effetto ipnotico (su pubblico e critica) di "Titanic".
Detto della corrente eccedenza di pellicole di genere poliziesco (in senso lato), pur nella difficoltà di stabilire un confine esatto tra gli episodi completamente censurabili ("Breakdown") e quelli tutto sommato godibili, resta soltanto da notare come, in assenza di autori americani di valore, ci sia il solo Bruce Willis a raccogliere l'eredità di una cinematografia ricchissima.
Questi è tra i pochi attori del nostro tempo in grado di reggere il confronto con i classici di Hollywood (ha la rudezza di un John Wayne ma l'agilità di un Errol Flynn); non eccezionalmente versatile (ma guardando un film come "Il colore della notte" ci si potrebbe ricredere), Willis possiede enorme personalità, e non è disposto a nasconderla dietro le compiaciute masturbazioni performative degli Hoffman e dei Pacino. Manifestata una certa predisposizione per il ruolo dell'eroe disadattato e incompreso, egli ha saputo tramutarsi in corpo cinematografico, disseminando nei capitoli di una carriera fulminante i segni della propria inequivocabile presenza. Purtroppo l'ultima prova di Bruce Willis, "Codice Mercury", evidenzia difetti di impostazione imperdonabili che sovente lo inducono all'errore. L'idea è quella della lotta (impari) tra un agente di grande sensibilità umana (un fratellino di Serpico) e la terribile, disumana ragion di Stato; l'espediente narrativo che dovrebbe sostenere l'intreccio è costituito dalla presenza del piccolo Simon, un bambino affetto da autismo che inconsapevolmente riesce a decifrare il codice di difesa del servizio segreto americano.


Ciò che manca al film è la capacità di scattare, di variare il ritmo: non c'è sequenza dinamica che abbia una resa decente, la regia si affida sistematicamente ad un numero troppo esiguo di inquadrature, insufficiente a produrre spettacolo. Se affiora talvolta una certa grazia nel tirare fuori piccole figure a gioco fermo (la ragazza che aiuta Willis col bambino), questa scompare a fronte dell'imperizia dimostrata nel cogliere il momento dell'azione; e sebbene i riferimenti hitchcockiani (la festa e la cantina di "Notorius" nel confronto Willis-Baldwin) facciano onore al regista Harold Becker, non riscattano comunque le troppe lacune di un film sbagliato nelle premesse (cosa ci fa il grasso ed inetto Alec Baldwin in un cast tutto sommato dignitoso? Perché infittire la trama con personaggi inutili che pesano sull'esile struttura del film?).

Bruce Willis: Codice Mercury

CODICE MERCURY
di Harold Becker
USA 1998


Produzione: Universal Pictures
Scritto da: Ryne Douglas Pearson, Lawrence Konner, Mark Rosenthal
Interpreti: Bruce Willis, Alec Baldwin
Musica: John Barry
Durata: 108 min.


info@baldas.it (prime) visioni
posto unico
incontri ravvicinati
amori in corso
covers
credits
home


18 maggio 1998

© Copyright 1996-1998, by Baldas & Baldas DIVISION. All rights reserved.
Comments to webmaster.