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Relic

di Luca Bandirali


«Destandosi un mattino da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò tramutato, nel suo letto, in un enorme insetto.»

Franz Kafka, La metamorfosi


Partiamo dalla fine. "Relic" di Peter Hyams si conclude con le immagini del Museo di scienze naturali di Chicago (luogo principale dell’intera azione) circondato da un imponente spiegamento di forze dell’ordine.



La tragedia è stata consumata e il film prende commiato dallo spettatore con l’usuale repertorio del genere catastrofico: il muoversi concitato degli uomini in divisa tra luci intermittenti, il disordinato accorrere dei soccorritori, il fragore degli elicotteri, e l’invasione subitanea delle troupes televisive... Abbiamo già visto tutto questo centinaia di volte, sul piccolo e sul grande schermo. Manca in "Relic" l’autoironia capace di giocare con lo stereotipo, di rinnovare un linguaggio saturo di luoghi comuni come quello cinematografico; non c’è che lo sguardo spento di una regia inavvertibile, assente, che non tenta mai di scuotere la superficie di una visione piatta e monotona.
Le atmosfere crichtoniane del film di Hyams hanno il sapore del prodotto derivativo, ed infatti il regista si affida completamente a due elementi "di genere": il primo è il colpo di scena, violento e raccapricciante (di cui abusa, azzerandone il potenziale); il secondo è l’ambientazione nel mondo della ricerca scientifica (e qui dà fondo al consunto armamentario di computers, camici e charme).
Tom Sizemore (visto in "Heat" di Mann) è un tenente di polizia superstizioso e sopra le righe che indaga sullo strano caso di una nave fantasma arrivata a Chicago dal Brasile; le indagini lo conducono al Museo di scienze naturali dove si sta preparando una mostra proprio sulla superstizione. Qui conosce Penelope Ann Miller (la compagna di Al Pacino in "Carlito’s way"), biologa evolutiva piuttosto casual che ben presto assurge al ruolo di eroina combattendo un terribile mostro mutante giunto dal Sudamerica, celato in un carico di reperti destinati al museo... Il soggetto potrebbe prestarsi ad una lettura meno rozza rispetto a quella offerta da Hyams, che pur avendo diretto Van Damme in due film d’azione, sembra ignorare le regole del suspense e del ritmo. "Relic" in fondo è un sottoprodotto del genere mutante, ed è patetico esemplare di un cinema che crede che il mostro sia ancora rappresentabile (in questo caso come un esotico lucertolone). Il rapporto tra l’uomo e la bestia ha conosciuto interpreti certamente più raffinati, da Kafka a Cronenberg, e il film di Hyams ha il solo merito di farsi dimenticare in un battito di ciglia.


RELIC
di Peter Hyams
USA 1997

Regia: Peter Hyams
Sceneggiatura: Amy Holden Jones, John Raffo, Rick Jaffa, Amanda Silver
Produzione: Gale Anne Hurd, Sam Mercer
Interpreti: Penelope Ann Miller, Tom Sizemore, Linda Hunt
Durata: 110 min.



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30 aprile 1997
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