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SONO PAZZO DI IRIS BLOND

di Francesca Capobianchi


L'ultimo lavoro di Carlo Verdone simile alla foto che all'inizio del film il protagonista cerca di distruggere? Cioè un lungometraggio duro a rompersi, addirittura da strappare con i denti e poi alla fine soltanto da bruciare con un accendino offerto in prestito da un altro? Forse basterebbe un braccio tatuato per dare fuoco alla fatica (?) natalizia di Verdone, ma per stroncarlo del tutto mi soffermerei su alcuni punti. Innanzitutto (o meglio "punto A"...) la storia. E' quella del solito borghese frustrato e insoddisfatto, Romeo, un compositore specializzato in musica contemporanea, che tradito dalla prima "compagna" si riduce ad interpretare un vecchio repertortio francese con una attempata interprete, Marguerite. Poi una sera incontra in un fast food Iris, il fiore del suo destino, con cui inizierà una collaborazione musicale. Romeo lascia Marguerite e, innamoratosi di Iris, convive ("senza però mai scopare") con lei; formeranno il gruppo "Iris Blond & The Freezer" per poi sciogliersi perché l'intraprendente cantante riceverà più proposte del musicista e partira per altre tourneè.



Conclusione: una tristissima immagine di un Carlo Verdone in tenuta bianca che, simile ad Howard Jones, suona con le tastiere e prova a cantare i pezzi di Iris. La trama e banalissima, da Verdone trattata in altri film, senza particolari accenti nella scenegggiatura (sono anche pochi i momenti in cui si ride), piatta e ripetitiva. II brutto è che noi già sappiamo tutto, già conosciamo il "tipo" di Marguerite, il "tipo" di Iris (che ricorda Asia Argento in "Perdiamoci di vista", sia nelle espressioni sia nella caratterizzazione del personaggio), e soprattutto il "tipo" Romeo (si ha
l'impressione che Verdone reciti da anni lo stesso personaggio). Tra l'altro una Claudia Gerini brava a cantare e molto bella, ma davvero poco convincente come attrice. E' un film ben confezionato, la forma è buona; sfuggono perfino al furbo autore 5 minuti di cinema (alla stazione di Anversa, nel momento in cui Iris preferirà la sua carriera alla relazione con Romeo). Quello che irrita è proprio il contenuto perchè zeppo di gag che hanno davvero poco da comunicare e di una serie di bozzetti poco legati tra loro che ripetono stancamente gli stereotipi verdoniani. Forse in piu ai predecessori questo film ha un alone di favola che lo potrebbe rendere se non altro leggero e nuovo, ma della favola manca la poesia e quel tocco delicato, appesantito dalle solite battute volgari: non fa altro che aumentare la delusione per Verdone come autore e la noia per questo cinema con avvilente "poca fantasia".



SONO PAZZO DI IRIS BLOND
di Carlo Verdone
ITALIA 1996


Regia: Carlo Verdone
Sceneggiatura: Francesca Marciano, Pasquale Plastino, Carlo Verdone
Interpreti: Carlo Verdone, Claudia Gerini, Andrea Ferréol
Produzione: Vittorio e Rita Cecchi Gori per la Cecchi Gori Cine.ca



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6 gennaio 1997
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