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Michael Collins

di Luca Bandirali


Michael Collins: eroe o assassino? Mentre nelle isole britanniche si discute da tempo e animatamente sulla figura del rivoluzionario irlandese, arriva nelle sale italiane il film di Neil Jordan che ne racconta le gesta; ed è un racconto vibrante, intenso, a tratti enfatico. Liam Neeson torna a vestire i panni dell'uomo del destino (per uno che è stato Oskar Schindler si tratta di una passeggiata...), mentre Julia Roberts, dopo "Mary Reilly" di Frears, si conferma attrice di grande sensibilità (speriamo che continui questo suo flirt con il cinema europeo...). "Michael Collins" ha vinto Venezia 96: il verdetto della giuria presieduta da Polanski ha premiato un prodotto ben confezionato e certamente interessante, ma ben lontano negli esiti da quella che a mio parere rimane la prova migliore di Jordan, cioè "La moglie del soldato", in cui si fondevano sapientemente la storia privata dei personaggi e la storia dolorosa della causa irlandese. In "Michael Collins" il discorso politico diventa preponderante, e quello che manca è il senso critico: il ritratto di Collins è agiografico, l'impressione è che Jordan (come lo Spike Lee di "Malcolm X") non voglia uscire dalla dimensione mitica del personaggio, puntando decisamente alle suggestioni dell'atmosfera dei luoghi e della ricostruzione storica. Caratterizzato da memorabili scene di massa (i grandi comizi popolari, la guerra civile), il
film si ricorda anche per l'eccellente performance di Alan Rickman ("Ragione e sentimento") nel ruolo dello scaltro e cinico presidente De Valera.


MICHAEL COLLINS
di Neil Jordan
GB 1996


Soggetto e Sceneggiatura: Neil Jordan
Fotografia: Chris Menges
Interpreti: Liam Neeson, Aidan Quinn, Stephen Rea, Alan Rickman, Julia Roberts, Jan Hart
Durata: 132 min.



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10 dicembre 1996
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