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sul set di «verso il sole» (sunchaser)

di Luca Bandirali


L a produzione di "Verso il sole" (Sunchaser) è iniziata a Los Angeles. Per gli interni sono state utilizzate varie ambientazioni: il Morton’s Restaurant; un lussuoso piano rialzato su Wilshire Boulevard che è servito come appartamento della coppia Michael e Victoria; l’UCLA Medical Center; il municipio al centro della città e il Kaiser Permanent Medical Center a Baldwin Park. Gli esterni sono stati girati nel centro di Westwood: è lì che il giovane disadattato Blue rapisce Michael minacciandolo con una pistola. Cimino ha ambientato le sequenze della parte iniziale del viaggio in alcune delle strade più povere di Los Angeles, intorno al


William Meade Housing Project e ai negozietti di Compton. Girare in questi luoghi considerati i più pericolosi della città ha contribuito a creare quell’effetto di crudo realismo che Cimino ha caparbiamente perseguito. "Quando siamo arrivati l’atmosfera era elettrica", ricorda Woody Harrelson, il protagonista del film, "e credo che ne siamo stati in parte contagiati". Secondo Jon Seda, che in "Verso il sole" è Blue Monroe, queste scene, insieme a quelle filmate pochi giorni dopo al Fred C.Nelles Youth Facility a Whittier, sono state cruciali per definire il personaggio del giovane Navajo. "Io so esattamente cosa vuol dire vivere in posti come questi, quanto può essere duro. Ne so qualcosa proprio perché vengo da una situazione molto simile" afferma l’attore, ex campione di boxe del Golden Gloves. "Per entrare nel personaggio di Blue e cercare di comprendere le sue reazioni e motivazioni, ho dovuto semplicemente moltiplicare la mia esperienza per mille". Prima di lasciare la città, Cimino ha filmato una lunga scena all’interno di un caffè di motociclisti alla Produce Tavern nel centro di L.A., quindi ha girato la sequenza finale allo sportello della DHL nel LAX Airport. Il deserto di Mojave, subito fuori città, è stato lo sfondo di una scena importante e rivelatrice, che nel film si svolge in una stazione di camion in Arizona. Da lì la produzione si è mossa verso la città di Cottonwood dove è stato catturato il magico momento in cui Michael si sveglia nel deserto e coglie la bellezza mozzafiato del paesaggio intorno a sé, avvolto dalle prime luci dell’alba. Il giorno dopo è stato girato l’esterno del caffè dei motociclisti vicino a Cottonwood, nella storica Jerome. Città fantasma, un tempo abitata dai minatori e poi abbandonata, Jerome pian piano ha ricominciato a riprendere vita e ora è una pittoresca comunità montana popolata da bikers e turisti. La scena, che nel film avviene di fronte ad un locale chiamato Frenchman’s Cafe, ha coinvolto più di 100 motociclisti che scorrazzavano tutti insieme lungo il polveroso villaggio addormentato. La loro processione ha creato un effetto surreale particolarmente adatto a sottolineare lo stato confusionale di Michael - Harrelson. La troupe si è quindi spostata a Moab, nello Utah, per girare le sequenze nel Canyonlands National Park, un’immensa distesa di rocce selvagge nel cuore del Colorado Plateau. Canyonlands, un insieme di profondi crepacci di rocce lisce e rosse che cadono a picco per circa 300 metri, contiene alcuni tra i più sorprendenti e meravigliosi paesaggi di tutti gli Stati Uniti: I panorami a perdita d’occhio all’interno di questo parco ispirano un senso di bellezza spirituale e sono l’espressione naturale della solitudine e della serenità che Blue - Seda sta cercando disperatamente per purificarsi. Il primo giorno di lavoro a Canyonlands, a White Rim Road in un’area chiamata Island in the sky, Cimino e la troupe hanno girato la scena in cui Michael è morso da un serpente a sonagli. Poi a Kane Creek, subito fuori da Canyonlands Park, è stata filmata la sequenza in cui Michael e Blue sono avvicinati da Renata, la seguace della New Age interpretata da Anne Bancroft.


Moab non è lontano dalla Monument Valley, dove John Ford ha girato molti western tra cui "La carovana dei mormoni" (Wagon master) e "Il grande sentiero" (Cheyenne autumn). Gli abitanti del luogo dicono di "avvertire" ancora la presenza di Ford e di John Wayne, che in questi luoghi hanno scritto alcune delle migliori pagine del loro sodalizio. Questa è la ragione per cui Cimino non ha voluto fermarsi qui : "Monument Valley appartiene a John Ford", ha detto il regista. Tra le altre scene ambientate nel deserto c’è quella in cui Michael e Blue cercano di evitare un blocco stradale e un gruppo di ragazzi a cavallo li aiuta a seminare la polizia. Questa sequenza è stata filmata nella Professor Valley, in una palude prosciugata chiamata Ida Gulch. La scena in cui i due protagonisti giungono nella tenda del guaritore, la tradizionale dimora ottagonale dei Navajos, è ambientata nelle vicinanze di Canyonlands, nel Dead Horse Point, sopra il Colorado River. Tra l’altro Cimino, per assicurare l’assoluta autenticità delle scene e del linguaggio degli indiani, si è avvalso della consulenza tecnica di un membro della comunità Navajo. In Colorado il cast e la troupe si sono stabiliti a Ouray sulle Montagne Rocciose. Questa cittadina, che è situata all’ombra della Red Mountain nella zona di San Juan, si trova a più di 2000 metri sul livello del mare. Il campo base era circa 900 metri più in alto sul fianco della montagna, vicino alla città di Telluride: un posto da cui si può ammirare uno dei più affascinanti paesaggi montani del mondo. Poiché i camion della produzione, i rimorchi e le automobili non sono
riusciti ad arrampicarsi più in alto del campo, sono stati adoperati quattro elicotteri che hanno trasportato lo stretto necessario in cima alla Red Mountain, a circa 4000 metri sul livello del mare, dove si è girata la scena di Ice Lake, teatro delle meravigliose, immaginifiche sequenze finali. Ora ne sapete abbastanza per mettervi in viaggio sulle orme di Blue e Michael, alla scoperta di un’America vista (rigorosamente) dalla strada.



il cacciatore oltre il cielo
"...possa la bellezza esere intorno a me..."

di Valentino Faticanti


E mozione pura, o puro "e-motion-al picture": questa è la sensazione primaria che coglie lo spettatore davanti alle immagini di SUNCHASER, il nuovo (ultimo?)film del "maledetto" per eccellenza di Hollywood.
Riferendosi non solo a questo lavoro, Cimino ha dichiarato con disarmante semplicità (e sincerità) di fare film sulla vita, e sul sogno: e il suo cinema è davvero "bigger than life", troppo grande per lo stesso cinema, ed infatti vediamo come ogni sua singola immagine sembri lottare contro l’inquadratura, quasi volesse sempre uscire dai contorni dello schermo.
Cinema "abnorme", quindi,


l’unico che possa contenere (o tentare di contenere) la persistenza dell'ossessione filmica di Cimino, quella continua rivisitazione del Mito (e della Storia) degli Stati Uniti - e non sorprende, allora, il fatto che questo regista sia tuttora continuamente osteggiato e boicottato in patria, vista la "scomodità" dei suoi film, il loro costringere un'America sempre più appiattita sul proprio futuro a fare i conti con la rimozione delle sue radici, col suo passato leggendario.
Tutto ciò avviene tramite la contrapposizione (classica) di due universi, incarnati nel rapporto (ricalcato sui classici della letteratura americana del secolo scorso) tra il bianco e il pellerossa, accumulando e sfruttando tutte le situazioni archetipiche provenienti dall'immaginario della "Frontiera".
L’evidenza, la "flagranza" della visione ciminiana comincia ad esplodere subito dopo la prima parte, tutta secca ed essenziale, quando i due protagonisti cominciano il loro viaggio nel più caratteristico dei topoi dell’iniziazione, la strada: proprio qui il film inizia a gonfiarsi, sempre di più, fino a straripare in generi e ritmi diversi, sempre e comunque immerso, annegato nel mare di una cultura "meticcia" e frutto di insanabili contraddizioni.
Ma è solo oltre il deserto, di fronte alla grandiosità delle montagne del Colorado (definitivamente il simbolo della refrattarietà ad ogni "cornice")che tutto, anche le nostre considerazioni, si stemperano nella magia, ovvero nella contemplazione della bellezza.
Cos'altro è l'avventura di Blue, se non un percorso segnato dalla ricerca della bellezza, una struggente tensione mossa dalla nostalgia di un mondo armonioso, di cui proprio la bellezza è la forma costituente.
E se la morte è l’approdo, la fine del viaggio, essa è anche uno stadio necessario nella riflessione tutta umana sul nostro bisogno di assoluto.


VERSO IL SOLE
SUNCHASER
di Micheal Cimino
USA 1996


Sceneggiatura: Charles Levitt
Musica: Maurice Jarre
Fotografia: Doug Milsome
Montaggio: Joe D'Augustine
Interpreti: Jon Seda, Woody Harrelson, Anne Bancroft, Talisa Soto
Distribuzione: Warner
Durata: 118 min.



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16 dicembre 1996
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