Taxisti a Latina. Alla scoperta di una professione poco conosciuta
Una vita al volante
"E se mio figlio non dovesse trovare lavoro, gli passerò la mia licenza"
"Per carità, il nostro lavoro è sicuramente ben diverso da come lo pensa la gente" spiega Fabio Giliberti, 27 anni " io faccio il tassista da cinque anni e posso dire che sacrifici se ne fanno. Al giorno d'oggi non è così semplice come può sembrare diventare tassista, non è solo mettere in moto una macchina e guidarla, ma si tratta di far fronte a svariate situazioni, prima fra tutte il rapporto con il cliente. I requisiti indispensabili per svolgere questo lavoro sono il possesso della patente di categoria B e del CAP - Certificato di Abilitazione Professionale - che si ottiene previo superamento di un esame alla Motorizzazione Civile. Questo certificato si propone di far acquisire tutte quelle nozioni indispensabili al nostro lavoro: il primo soccorso, le norme che regolano il servizio pubblico, la differenza tra taxi e noleggio e così via. Il secondo passo è l'iscrizione all'albo dei conducenti dei servizi pubblici non di linea che è gestito dalla Camera di Commercio. Anche qui l'iscrizione è subordinata ad un esame, presso un ente della Regione Lazio a Roma, per verificare le necessarie competenze professionali e ad una visita medico-legale abbastanza approfondita".
Ma non si pensi che la burocrazia sia finita qui. Iniziare il lavoro adesso diventa veramente difficile perché "per esercitare il mestiere di tassista bisogna avere la necessaria licenza amministrativa rilasciata dal Comune" continua Fabio Giliberti "il numero di tassisti è fissato in rapporto alla popolazione, quando il numero delle licenze diventa insufficiente, l'amministrazione comunale bandisce una sorta di concorso per rimpiazzarle, oppure un altro metodo è il subentro per voltura in un'altra licenza".
Evviva la burocrazia. A Latina i tassisti sono sedici, ed ognuno di fronte al fisco risulta una ditta individuale. Il risultato sono le molte tasse da pagare. Forse non funzionerebbe neanche un'altra formula, tipo la cooperativa di radiotaxi, perché i costi di gestione sarebbero alti per il volume d'affari che si può realizzare a Latina di questi tempi.
"I problemi che abbiamo sono simili ai problemi di tanti altri colleghi artigiani o comunque che lavorano da soli" questa è la premessa di Giuseppe Rapuano, tassista da venti anni "la mancanza di lavoro è palese a tutti come le tante tasse da pagare, per cui alla fine il gioco non vale la candela. Aggiungiamoci poi che Latina è una città che non ha la cultura del taxi, anche perché non è estesa come città. Attualmente gran parte della clientela è di tipo aziendale, cioè coloro che per ragioni d'affari si muovono per le aziende del circondario. Comunque, per una zona come la nostra, la clientela di noi tassisti dovrebbe essere composta per l'ottanta per cento da turisti ed per il rimanente dagli abitanti locali. Noi speriamo molto infatti nello sviluppo della città ed in un aumento notevole del turismo. Le future Terme di Fogliano, il probabile Aeroporto commerciale a Latina Scalo, insieme a tante altre possibilità, speriamo siano per noi delle valide opportunità di lavoro. I tassisti sono un utile indicatore per lo stato di salute dell'economia di una città: se il nostro lavoro cala sono guai per tutti. Altri problemi che abbiamo sono di tipo logistico, uno su tutti. Quando siamo fuori servizio, per circolare per motivi privati, dobbiamo avere un'altra macchina. Non è semplice, già la macchina di servizio ci costa parecchio perché bisogna tenerla sempre in ordine ed efficiente, una volta l'anno si deve passare la revisione. La nostra non è una bella vita, lavoriamo tutti i giorni e sono troppi i sacrifici da fare... e non si guadagna molto. Alla nostra età bisogna stringere i denti e andari avanti fino alla pensione".
I tempi cambiano per tutti. Oggi si parla tanto di Qualità Totale e servizi orientati alla soddisfazione del cliente, i nostri tassisti più o meno incosapevolmente si sono adeguati a questi criteri. "Noi tassisti di Latina possiamo vantarci di essere tra i migliori per la qualità del servizio, anche rispetto ai colleghi delle grandi città" spiega Umberto Galati, 61 anni di età e 27 di servizio "il riconoscimento ci viene direttamente dai clienti che arrivano da fuori e notano la differenza di trattamento. Il rapporto con il cliente è cambiato rispetto a tanti anni fa dove questi era occasionale, oggi c'è invece la tendenza quasi a scegliersi il proprio tassista di fiducia. Ecco che, come diceva il mio collega, le spese aumentano notevolmente perché bisogna avere la macchina sempre pulita, in ordine e perfettamente funzionante. Noi di Latina abbiamo tutte macchine nuove. Se non lavoriamo secondo questi criteri quel poco di lavoro che abbiamo sparisce. La famiglia s'è abituata ai ritmi del mio lavoro, non esistono i momenti del pranzo tutti insieme. Ho un figlio di ventisette anni che è disoccupato, spero si riesca a sistemare con un buon lavoro, altrimenti dovrò passargli la mia licenza, e questo mi dispiacerebbe perché la nostra è una vita nevrotica e piena di sacrifici".
I tassisti di Latina hanno ben presente l'attuale situazione di crisi generale tanto che, negli accordi con il Comune per le tariffe, hanno deciso di eliminare ogni tipo di supplemento del prezzo per il notturno, il bagaglio ed il festivo. All'interno del taxi, ben visibili, sono esposte le tariffe applicate nella nostra città: uno scatto da quattromila lire alla partenza; ogni kilometro percorso, ed è compreso il ritorno, costa duemila lire; per ogni ora di sosta si paga venticinquemila lire; la corsa minima costa diecimila lire. Ed il tassametro è rigorosamente sigillato. I tassisti chiedono che non si pensi male di loro quando sembra che allunghino il percorso. Si rischia di pagare di più percorrendo una strada, che è sì breve, però molto trafficata e con tanti semafori: ogni volta che il taxi si fermerà il tassametro continuerà a contare, non più i metri percorsi, ma il tempo d'attesa, ed il meccanismo è automatico. Per cui a conti fatti, in alcuni casi, è meglio allungare un po' la strada e godersi il panorama.