ASSOCIAZIONE CULTURALE
Via Giusti, 1 - 04100 Latina
Tel. 0773 / 69.57.35


L'Associazione Culturale Elicona pubblica l'omonimo periodico di informazione culturale.
Nel numero 1 di marzo 2000 (Anno VIII):


  • Nasceva cento anni fa
    Fausto Pirandello
  • A metà partita: raccolta di Poesie 1988-1999 di Durs Gruenbein
  • Emigrazione e Poesia
  • La prosa poetica di Libero De Libero
  • Samuel Beckett, Poesie
  • Analisi del film "The Truman Show"
  • "Una donna di casa"
    Ovvero l'elogio di una casalinga
  • Nota sul Pinocchio di Carmelo Bene
  • Andrea De Carlo, "Nel Momento"
  • Sergej Dovlatov, "La Valigia"
  • Sándor Márai, "L'eredità di Eszter"
  • Mario Fortunato, "Amore, Romanzi e altre scoperte"
  • Mila Marini, "Preludio"
  • Nutrirsi Oggi
  • "Goodbye Novecento"
  • Charles Schulz e i Peanuts
    Addio al poeta delle nuvole parlanti
  • Mass media e comunicazione interculturale

  • Programma delle attivita' del circolo:


    Venerdì 28 gennaio 2000, ore 17.30
    Sala Convegni dell'Ordine degli Ingegneri
    Piazza Celli, 3 - Latina
    Gli incontri del nuovo millennio
    "La molteplicità dell'uno"
    opera di Alessandro Marcon
    presentata da Giorgio Palumbi
    con proiezione di diapositive

    * * *

    Venerdì 25 febbraio 2000, ore 16,30
    Aula Magna dell'Istituto L. Einaudi 
    Piazza Manuzio - Latina
    Gli incontri del nuovo millennio: Il Giubileo
    Presentazione dell'opera di Mattia Pacilli
    "La Via Racconta"
    Ascolto di brani del libro;
    Legge Piero Morelli
    Proiezione di diapositive

    * * *

    Lunedì 3 aprile 2000, ore 17,00
    Aula Magna dell'Istituto "V. Veneto"
    Viale Mazzini, 4 - Latina
    Alla ricerca del benessere...
    La Kinesiologia: terapia dello stress
    Conversazione del dott. Angelo Bernardis,
    medico chirurgo



    Direzione e Redazione
    Via Giusti, 1 Tel. 0773/695.735
    04100 Latina

    Capi Redazione
    Amina Megaro
    Gabriella Di Stazio

    Redazione
    Maria Armellino
    Violetta Berna
    Aurora D'Angelo
    Maria Forte
    Francesca Maroncelli
    Piero Morelli
    Fabio Pedone
    Mirella Restani
    Francesco Tetro
    Gabriella Valentini

    Collaboratori
    Ida Mitrano
    Maria Luisa Notarianni
    Sergio Palladini
    Francesca Panico

    Direttore responsabile
    Ezio Fiorletta

    Registr. Tribunale di Latina
    n. 575 - febbraio 1993

    Grafica e stampa
    CIPES - Via Sabaudia, 63 - Latina
    Tel. e Fax 0773/692708
    cipes@mbox.panservice.it

    Editoriale

    Eccoci nel 2000!
    Apparentemente nulla è cambiato, ma percepiamo la rivoluzione in atto, di cui non siamo forse, e comunque non sempre, pienamente coscienti.
    Vero è che la comunicazione globale sta mutando i rapporti umani scardinandone lentamente ma inesorabilmente i principi su cui per secoli si erano fondati.
    Anche l'Elicona è entrata nel terzo millennio, compie dieci anni di vita, anniversario di rilievo, e continua a proporre il suo percorso di incontri: lettere, arte, e quanto altro suggeriscono eventi storici e realtà culturale locale, sottratti all'isolamento specialistico per essere immersi nel normale tessuto cittadino, nella sua quotidianità.
    Continua, questa rivista, come spazio offerto soprattutto ai giovani dediti con serietà ed impegno alla ricerca ed alla scrittura, per proporre ancora cultura, così come loro la intendono: approfondimento, scoperta, curiosità, creatività.
    Ma nell'era di internet, nell'era virtuale, in cui vediamo e percepiamo cose che non esistono, può ancora sopravvivere la comunicazione reale, il piacere di sentire o parlare con gli autori amati?
    Possono ancora destare interesse queste pagine su cui scriviamo con il solo contributo dei soci, così essenziali nella loro veste tipografica, prive di patina e intriganti immagini colorate e soprattutto prive di pubblicità, perché, lo sappiamo, la cultura non rende in termini economici?
    Sono interrogativi questi che non potevamo non porci, ma ai quali non sappiamo (o non vogliamo) rispondere.
    Possiamo dire che intanto ancora ci siamo e, fino a quando, non è dato a noi deciderlo.


    In primo piano
    Nasceva cento anni fa Fausto Pirandello

    È il 1899 ed è figlio d’arte: suo padre è Luigi Pirandello, una presenza ingombrante, tanto da spingerlo nel 1927 a partire con la modella Pompilia D’Aprile per Parigi, dove resterà fino al 1931. Luigi non sa della sua fuga, né che si è appena sposato, né che sta per nascergli un figlio. Fausto sembra volersi distaccare da un padre tanto affettuoso, quanto severo nell’esprimere giudizi sulle sue scelte artistiche.
    Un rapporto difficile quello tra Luigi e Fausto non solo per la grandezza del personaggio paterno, e per il peso di quella fama che Fausto tante volte dovrà sopportare, ma anche per la comune passione per l’arte.
    A testimoniare la vena pittorica di Luigi è la piccola raccolta di opere esposte nella mostra romana, dedicata a Fausto Pirandello, che si è svolta dal 20 ottobre al 10 gennaio 2000 presso il Palazzo delle Esposizioni. Si tratta di tredici dipinti, per lo più ritratti dei suoi familiari, raffigurazioni di luoghi natii e di paesaggi di villeggiatura, quando nei mesi estivi trovava il tempo per dipingere ed esprimere la propria creatività non affidandola alle parole, alla narrazione, ma all’immagine, al colore, alle forme. Egli amava dire che "pittava", ad indicare che le sue scelte erano altre, anche se l’amore per l’arte l’ha sempre accompagnato sin dalla giovane età, come si legge nelle lettere scritte alla sorella Lina. Convinto che l’arte debba essere non imitazione di altri, ma espressione sincera, autentica e spontanea, non comprende la ricerca pittorica di Fausto.
    Luigi è un critico insistente verso questo figlio che, quando si mette a dipingere, guarda "con gli occhi degli altri", come scrive nella lettera del 10 giugno 1928. "Se la tua sincerità è pensare in un tuo modo particolare," - lo esorta ancora nella stessa lettera -"[ ... ] ebbene dipingi questi tuoi pensieri, sarai sincero e ti esprimerai: esprimerai qualcosa. La sorveglianza critica uccide l’arte. La critica moderna è micidiale. L’avete tutti nel sangue. Bisogna liberarsene".
    A sottolineare la complessità del rapporto tra padre e figlio, la scelta operata da Maurizio Fagiolo dell’Arco, che ha curato la mostra con la collaborazione di Claudia Gian Ferrari "Studio di consulenza per il Novecento italiano", di aprire l’iter espositivo con una sezione - in totale sono nove - dal titolo "Sei personaggi per un autore", dove figurano, insieme agli autoritratti ed ai ritratti dei familiari eseguiti da Fausto, i dipinti di Luigi: una sorta di "prologo utile per introdurre il tema mitico e psicologico della Famiglia Pirandello", come viene indicato in catalogo. L’iniziativa consente tra l’altro di poter conoscere i lavori pittorici di Luigi che, sebbene esposti a Roma al Teatro dei Dioscuri nel 1996 nell’ambito della mostra dal titolo "I libri in maschera. Luigi Pirandello e le biblioteche", solo in rare occasioni capita di poter ammirare.
    Nelle altre sezioni trovano posto, oltre alle opere di Fausto, circa novanta nel complesso, anche una decina di dipinti di pittori, che hanno svolto un ruolo importante nella sua formazione o con i quali egli ha condiviso le scelte artistiche. Tra questi figurano Armando Spadini, Giuseppe Capogrossi, Renato Guttuso, Mario Mafai e Afro. Un numero esiguo, che però consente, al di là di una lettura cronologica e tematica dell’opera di Fausto, un confronto immediato con l’ambiente artistico con cui è entrato in contatto e con le problematiche con le quali, in qualche modo, si è dovuto misurare.
    Notevole la presenza di materiale documentario e fotografico, anche inedito, proveniente da Milano (Archivio Galleria Gian Ferrari) e da Roma (Archivio del ‘900 Maurizio Fagiolo dell’Arco e Archivio Pierluigi Pirandello), relativo alla vita privata ed all’attività pittorica di Fausto. Fornisce ulteriori elementi di riflessione sulla figura di questo grande artista, che ha lasciato numerosi scritti, che ne testimoniano l’impegno, anche se da uomo schivo quale egli fu, nel dibattito culturale tra realismo ed astrattismo, che segue la fine della seconda guerra mondiale.
    Il percorso espositivo si snoda attraverso i diversi momenti creativi dell’artista, dagli inizi romani, quando si indirizza dapprima alla scultura e poi alla pittura, agli anni del dopoguerra, fino ai primi anni Sessanta.
    Ha già esposto alla Biennale di Roma del 1925 e a quella di Venezia del 1926 - i primi quadri risalgono al 1923 - quando si reca a Parigi, dove la sua ricerca si apre a nuove esperienze attraverso la conoscenza diretta della pittura della "École de Paris" (Braque, Picasso, Derain, Soutine, Pascin) e l’incontro con il gruppo degli "Italiens de Paris" (Campigh, De Chirico, De Pisis, Savinio, Severini, Paresce, Tozzi) e con alcuni artisti della sua generazione, quali Cavalli, Capogrossi e Di Cocco, le cui opere sono esposte, accanto a quelle di Fausto, nella sezione dedicata agli "Anni di Parigi".
    Al ritorno, si tiene la sua prima personale italiana presso la "Galleria di Roma": è il momento del riconoscimento critico. A questa seguiranno altre esposizioni. per lo più partecipazioni a mostre collettive, quali la "Terza Mostra del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti del Lazio" del 1932, la "Biennale di Venezia" del 1932 e del 1934 e la "Quadriennale di Roma" del 1935, che segna una tappa fondamentale nell’affermazione pubblica di Fausto. Espone diciassette dipinti, alcuni dei quali figurano nell’attuale mostra, come per esempio "Il bagno" (1934), "Palestra" (1934), "La pioggia d’oro" (1933), e "Figura meravigliata" (1934).
    Si tratta di capolavori che rappresentano un momento importante della ricerca dell’artista. La loro grandezza risiede nella forza espressiva delle figure, colte nella loro quotidianità, dominata non dal gesto, che è assente, ma dalla carnalità dei corpi; nella ripetitività ossessiva dei personaggi, soprattutto nelle tele realizzate verso la fine degli anni Trenta, che costituiscono quel nucleo tematico che va sotto il titolo di "Spiagge" e "Bagnanti", caratterizzati da un groviglio di nudi, sospesi in un'atmosfera senza tempo e fuori da ogni luogo; nella presenza continua di simboli, di allegorie e di allusioni mitologiche, che rendono quella quotidianità densa di magia.
    Gli anni della guerra, trascorsi più o meno lontano da Roma, presso Anticoli Corrado, lo vedono comunque partecipare a numerose mostre, tra le quali la "Sindacale del Lazio", la "Biennale di Venezia", entrambe del 1940 e del 1942 e la "Quadriennale di Roma" del 1943. Si tengono inoltre le personali alla Sala delle "Mostre d’Arte alle Terme" a Roma nel 1941 e alla "Galleria Gian Ferrari" a Milano nel 1942.
    L’attività espositiva e la fortuna critica dell’artista tra il 1925 e il 1944 è dettagliatamente ricostruita in catalogo (edito da Charta) da Flavia Matitti in "La vita attuale e la favola eterna", titolo anche dell’attuale retrospettiva. Il catalogo, curato da Maurizio Fagiolo dell’Arco con la collaborazione di Claudia Gian Ferrari, viene presentato come la più completa documentazione pubblicata fino ad oggi su di lui con saggi di importanti studiosi - oltre ad un appunto autobiografico inedito dello stesso artista - e con un apparato iconografico notevole per la quantità di materiale fotografico pubblicato. Manca invece una bibliografia completa degli scritti dell’artista e degli autori che su di lui hanno scritto, anche se molti già citati all’interno del catalogo.
    Il periodo del dopoguerra, caratterizzato dal dibattito culturale tra realismo ed astrattismo, vede schierarsi gli artisti alla ricerca di un linguaggio espressivo nuovo. Fausto afferma, invece, ancora una volta la propria autonomia. D’altra parte, non ha mai aderito ad un movimento o ad un gruppo perché pur confrontandosi con le altre situazioni artistiche, ha operato sempre in una posizione di isolamento, ricercato, voluto, ma che si rivela anche come una condizione necessaria allo svolgersi della sua ricerca.
    "In questo scontro fra realismo e astrattismo," - scrive in catalogo Claudia Gian Ferrari - "Pirandello si pone in posizione dialettica con entrambe le parti, [...] individuando la propria personale scelta nell’ambito di una rilettura postcubista, che conduce attraverso la scomposizione del soggetto o dell’oggetto, privilegiando le forme e le linee costruttive. Ne nascono opere di forte energia cromatica, rigorose nella composizione ma allo stesso tempo ricche di movimento e di tensione formale". È quanto si osserva nelle opere degli anni Cinquanta - dove ai toni dell’ocra e del rosso-bruno si sostituiscono quelli del giallo, del verde, del blu - che chiudono il percorso espositivo e che ripropongono i vari temi dell’iconografia pirandelliana, dai nudi alle nature morte, dai paesaggi alle vedute dei tetti.
    Risulta assente la produzione degli anni Sessanta e Settanta (Fausto muore nel 1975). Non se ne fa cenno alcuno, ad eccezione del catalogo, nel quale Valerio Rivosecchi prende in esame l’ultimo trentennio dell’attività dell’artista (1945-1975).